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Sotto le foglie: recensione

sotto le foglie recensione

Quanti registi possono vantare la stessa felicità produttiva di Francois Ozon, che dal 1998 realizza praticamente un film all’anno, e contemporaneamente la stessa voglia di osare, pellicola dopo pellicola, anche spingendosi alle soglie del ridicolo? L’ormai nutrita filmografia del regista infatti colleziona diversi mezzi passi falsi e progetti azzardati, accanto a opere buone, molto riuscite e in qualche caso magistrali.

Sotto le foglie rappresenta un nuovo capitolo di questa incredibile carriera e, con una certa comprensibile ansia da invecchiamento, si occupa effettivamente dell’universo geriatrico. Lo fa però evitando accuratamente pietismi e ricatti morali, sin dalla scelta di un’attrice protagonista combattiva e straordinaria quale Hélène Vincent, qui in un ruolo che riserva notevoli sorprese allo spettatore, al quale viene chiesto in prima persona di assumersi la responsabilità di un (eventuale) giudizio sulle vicende raccontate.

Ci troviamo infatti in un piccolo villaggio della Borgogna dove l’anziana Michelle ha scelto di passare gli ultimi anni di vita: tra le sue gioie l’amicizia con Marie-Claude (il cui figlio è appena uscito di prigione) e l’amato nipotino Lucas. Sarà proprio il desiderio di avere questi a fianco sé, frustrato dalla rancorosa figlia, interpretata da Ludivine Seigner, a dare il via a una serie di eventi – incidenti o macchinazioni? – che getteranno una luce oscura sulle azioni dell’amabile nonnina dal passato turbolento.

“La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” potrebbe essere il leitmotiv di questo film, diretto con tocco leggero e aggraziato da un Ozon in piena forma, che tratteggia un giallo reminiscente dell’umanesimo dei romanzi di Simenon e che alterna i colori caldi dell’autunno campagnolo alla fredda luce della città. La sapienza di Ozon sta nella descrizione amorevolmente sorniona e maliziosa, cui non mancano momenti di realismo drammatico, dei personaggi del film, le cui azioni e i cui rapporti sono spezzati da una serie di ellissi narrative che avvolgono il tutto in un mistero molto umano, con risultati spiazzanti.

Il proverbiale egoismo degli anziani può racchiudere rancore vendicativo verso una figlia ostile? Un furfantello dal cuore d’oro può macchiarsi di un delitto per ragioni che sono un mix di sincera preoccupazione e opportunismo? Può una poliziotta voltare lo sguardo davanti a un sospetto di delitto, constatata la felicità dei risultati? Una famiglia, anche acquisita, può dirsi tale se non è legata dallo scorrere del sangue? Ozon regala luci e ombre a un sorprendente cast in cui nessuno è realmente colpevole o innocente, arrivando persino a farci commuovere davanti a un piatto di funghi forse velenosi, oppure dinanzi al rapporto recuperato con una figlia fantasmatica.

Avercene di registi così appassionati al racconto e così lontani dal moralismo puerile, capaci di fondare Chabrol e Almodovar, giallo e melodramma, spargendo domande e dando risposte sibilline e scomode che lo spettatore può scegliere liberamente di accettare o rigettare. Non sarà probabilmente un capolavoro né il film più riuscito di Ozon, ma se il cinema francese può vantare questa medietà di risultati c’è solo di che gioire.

🍂 SOTTO LE FOGLIE
🎥 diretto da Francois Ozon
🎬 in sala dal 10 aprile con Bim Distribuzione

Autore

  • Alessio Cappuccio

    Alessio Cappuccio si è laureato in Letteratura Moderna presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sulla trilogia dei colori di Krzysztof Kieslowski.

    Nel frattempo ha iniziato a scrivere sul portale di informazione web Blogosfere nella sezione spettacoli, per cui è stato anche inviato durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma.

    Nel corso della sua carriera ha lavorato e collaborato con una serie di realtà editoriali come Leonardo.it, Triboo, Studentville, ScuolaZoo, Milano e Roma Weekend, Londra da vivere spaziando dalla politica al tempo libero, la scuola, le nuove tecnologie, con un occhio di riguardo al cinema, sua vera passione.

    Dopo un Master in Critica Giornalistica presso l'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, e una parentesi da videomaker, si è trasferito in pianta stabile a Roma, dove co-dirige Popcorn&Podcast, il più grande e autorevole podcast di cinema dell'universo.

    In genere non parla di sé in terza persona.

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Data pubblicazione: 04/09/2025
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Francois OzonLudivine Seigner

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