Tratto dal romanzo di Rosella Postorino, “Le assaggiatrici” è l’ultima fatica di Silvio Soldini che narra le vicende di Rosa Sauer, giovane berlinese rifugiatasi a casa dei suoceri e in attesa del ritorno di suo marito Gregor, partito per il fronte. Ma le disgrazie non finiscono qui, viene infatti convocata dall’esercito del Fuhrer e portata all’interno del quartier generale nazista “Tana del Lupo”. Qui, insieme ad altre giovani donne, avrà il compito di assaggiare i prelibati pasti cucinati per Adolf Hitler assicurandosi che il cibo non sia stato avvelenato dai nemici dell’esercito nazista, restando dunque intrappolate in una ragnatela tessuta a tavolino da un ragno molto potente.
Il film di Silvio Soldini riprende la storia vera della assaggiatrice di Hitler, Margot Wölk, morta nel 2014 a 96 anni. Solamente in punto di morte ha rivelato di aver fatto parte di questo gruppo di donne scelte per assaporare i pasti prima di Hitler, a costo della loro vita.
L’opera di Soldini è sicuramente innovativa perché racconta un mondo femminile ormai passato, ma nello stesso tempo presente. Al giorno d’oggi le donne sono ancora soggette ai cosiddetti poteri “forti”, che corrispondono spesso a quel lato maschile dominante e aggressivo, che si nutre letteralmente delle viscere femminili e dell’intelligenza emotiva delle donne, viste ancora come deboli e da gestire. Ma la forza delle donne sta proprio in questo, nell’aver affrontato anni e anni di soprusi e di diritti violati e di essersi in qualche modo fatte le ossa, sputando talvolta sangue e veleno, pur di salvaguardare la propria integrità psichica e fisica.
Ne “Le assaggiatrici” abbiamo un cast femminile di un certo livello, una regia pura, che non osa troppo e lo fa sicuramente per dare risalto ad una storia che merita di essere raccontata. I nazisti, anch’essi interpretati magistralmente, vacillano di fronte alla bellezza e alla forza di queste donne ribelli. Non a caso ho scritto ribelli, in quanto le protagoniste del film sono tutte abbastanza caratterizzate e ognuna di loro conduce una lotta estrema per salvaguardare se stesse e le altre, stabilendo dei forti legami di lealtà e di amicizia.
Un’amicizia difficile e che potrebbe portare a dei risvolti drammatici, ma necessaria per riuscire a dar voce a quel popolo silente ma indispensabile che per troppi anni è stato violentato e messo in disparte. E questo vale non solo per le donne tedesche, ma per il mondo femminile in generale.
All’interno del film ho apprezzato molto la storia d’amore che nasce tra Rosa Sauer ed Albert Ziegler, comandante delle SS, approdato alla Tana del Lupo nel 1944. Si tratta ovviamente di un rapporto tormentato, passionale e con un risvolto drammatico. Questa relazione ci fa capire ulteriormente come il rapporto tra i sessi fosse impari in quel periodo e come la crudeltà dell’esercito nazista fosse sì estrema e sovranista, ma che davanti all’amore ed alla passione vacilli inesorabilmente.
Per concludere, sostengo che questo film meriti di esser visto al cinema, ma anche nelle scuole, nei luoghi di lavoro o a casa sul proprio divano perché, anche in tempi moderni, si parla ancora di soprusi, di omicidi e di atrocità compiuti ai danni del genere femminile. Spero anzi che storie come queste trovino la propria strada al cinema, come a teatro, come nei libri. E sicuramente ciò sta succedendo sempre di più e sono contenta che un numero crescente di registe donne stia prendendo piede sempre di più.
Storie al femminile con ruoli così importanti sono un punto di partenza per vincere la mascolinità tossica e per dare risalto ai rapporti sani, che oggi, come all’epoca del nazifascismo, hanno salvato migliaia se non milioni di vite umane.
🍽 LE ASSAGGIATRICI
🎥 diretto da Silvio Soldini
🎞 in sala dal 27 marzo con Vision Distribution