“Siamo soli?” Questa è la domanda che si pone il nuovo film della Pixar “Elio”, diretto dalle due registe Domee Shi e Madeline Sharafian. Un tunnel fantasmagorico di emozioni, commozione allo stato puro, brividi e lacrime scendono formando un mare di punti salienti e pioggia di stelle che scendono per colpire i cuori degli spettatori, che rimangono inermi davanti a tale spettacolo.
Elio è molto più che un film di fantascienza, Elio è poesia, è voglia di riscatto. È uno sfuggire a un mondo fatto di solitudine e alienazione per scovare negli angoli più remoti dell’universo amicizie vere, che arrivano nel momento meno atteso e che ti spingono a fuggire dal passato e rimanere ancorati al presente. Elio è magia, è un punto di vista femminile e sensibilità pura.
Non mancano i riferimenti cinematografici come il facile paragone con “E. T.” e il meno evidente accostamento ad “Alien”, ad “Incontri Ravvicinati del terzo tipo” o a “La Cosa” di John Carpenter. Un mix di riferimenti che non può che tirar fuori un piccolo capolavoro.
Elio, un bambino rimasto orfano, vive con la zia, Olga Solis, con la quale ha un rapporto a dir poco turbolento. L’ esser rimasto senza genitori è per lui fonte di malessere, di solitudine e nessuno riesce a colmare quel vuoto abissale che lo rende così insofferente di fronte al mondo. Ciò che cerca Elio, in cuor suo, sono delle connessioni con l’esterno. Qualcuno che lo possa amare come solo i suoi genitori avrebbero potuto e saputo fare.
E dove le cerca queste connessioni? Negli extraterrestri. Elio è alla ricerca di forme di vita intelligenti che lo possano comprendere ed accogliere, nonostante la sua diversità, il suo modo bizzarro di vivere la vita. Nonostante non brilli per vita sociale e nonostante sia incapace di lasciarsi andare a dei sentimenti autentici.
Alessandra Mastronardi, una delle doppiatrici del film, sostiene che il film parla a tutti, indistintamente, tirando fuori in ognuno il bambino che porta dentro. Sostiene inoltre che il film rilascia un grande messaggio, quello che ogni bambino possa sentirsi speciale perché unico. E questo è uno dei messaggi più belli che la Pixar possa mandare. Adriano Giannini, anche lui doppiatore del film, dice che la bravura degli autori, sta proprio nel far sciogliere gli spettatori emotivamente, così come spesso non accade con i film non animati.
La Pixar dimostra ancora una volta di saper delineare e caratterizzare i suoi personaggi sotto un profilo psicologico autentico e mai banale. Riesce a creare mondi alternativi che toccano le corde dell’inconscio. Mondi colorati, bizzarri, popolati da figure aliene, ma con un’anima colorita.
Il film è disponibile nelle sale italiane dal 18 giugno. Consigliata la versione in 3D perché permette allo spettatore di calarsi al meglio nella storia e di respirare il profumo del mare, presente spesso all’interno del film e toccare quasi con mano i personaggi commoventi della storia. Oltre ad Elio ed alla zia Olga, abbiamo il rapporto padre-figlio tra due extraterrestri, che lascerà sicuramente un segno nel cuore di chi li osserva.
Insomma, un film che tocca svariate tematiche e che può essere uno spunto di riflessione sulla socialità così come è vissuta al giorno d’oggi, soprattutto con l’avvento dei Social Network. Può essere motivo di spunto per parlare della guerra e di come un padre, pur di salvare il proprio figlio, esca fuori dalla propria “corazza” fatta di ferro e mascolinità tossica e deponga le armi, e tutto questo lo fa solo ed esclusivamente per amore.
Un film dalla lacrima facile, che tocca le corde più sottili dell’animo umano e che incute una forte speranza in chi esce dalla sala.
🎬 ELIO
🏷 in sala dal 18 giugno con Disney
🎥 diretto da Domee Shi e Madeline Sharafian