Il regista quando ha iniziato a lavorare al film ha subito richiesto la maggiore autenticità possibile, adottando uno stile crudo e documentaristico. La produzione non a caso ebbe un budget limitato e una filosofia da cinema indipendente.
Darren Aronofsky inizialmente pensò a Nicolas Cage per il ruolo di Randy “The Ram” Robinson, ma pensando il film necessitasse di una figura più vissuta e autentica si concentrò su Mickey Rourke: con un passato tormentato e un carriera segnata da alti e bassi, era perfetto per incarnare la parabola del protagonista.
Tuttavia, la scelta non fu semplicissima: i finanziatori erano scettici sulla sua capacità di sostenere un ruolo così impegnativo, sia fisicamente che emotivamente. Alla fine, Aronofsky accettò di tagliare parte del suo compenso per garantire la presenza di Rourke nel film.
Questi si sottopose a un intenso programma di allenamento sotto la guida di Afa Anoa’i, ex wrestler professionista, trascorrendo mesi in palestra per costruire un fisico imponente e imparare le tecniche reali: la maggior parte delle scene di combattimento furono girate senza stuntman, anche grazie alla collaborazione con veri wrestler indipendenti, che accettarono di lottare con lui sul ring. Durante il match con Necro Butcher Rourke accettò di subire veri colpi e tagli per rendere la sequenza più autentica
Aronofsky e il direttore della fotografia Maryse Alberti optarono per un approccio visivo ispirato ai documentari cinéma vérité. Gran parte del film fu girata con camera a spalla, con inquadrature ravvicinate e movimenti spontanei per immergere lo spettatore nella realtà vissuta da Randy. Questa scelta si riflette anche nell’uso di luci naturali e location reali, come il supermercato in cui il protagonista lavora.
Altro elemento chiave fu la colonna sonora, che include il pezzo originale The Wrestler, scritto e interpretato da Bruce Springsteen, un regalo personale del cantante a Rourke, segno di quanto la storia lo avesse colpito.