Omaggiamo uno dei più grandi film di sempre, L’appartamento di Billy Wilder. Per creare la famosa scena dell’ufficio enorme, i designer Alexandre Trauner ed Edward G. Boyle trovarono un espediente favoloso: attori a grandezza naturale seduti alle scrivanie in primo piano, bambini vestiti con abiti formali seduti su scrivanie più piccole verso il fondo, e infine scrivanie ancora più piccole con sagome ritagliate, azionate tramite fili.
Wilder ebbe l’idea per il film dopo aver visto il film Breve incontro (1945) e essersi chiesto quale potesse essere la sorte di un personaggio mai mostrato in quel film: la persona che presta il proprio appartamento per una scappatella. Inoltre Shirley MacLaine ricevette solo 40 pagine della sceneggiatura perché Wilder non voleva che sapesse come sarebbe finita la storia. Lei pensò che fosse perché la sceneggiatura non era ancora completa.
Inoltre con L’appartamento Wilder divenne la prima persona a vincere l’Oscar per il Miglior Film, la Migliore Regia e la Migliore Sceneggiatura nello stesso anno. Ci sarebbero voluti altri 51 anni prima che un altro film completamente in bianco e nero vincesse come Miglior Film (The Artist, nel 2011), per quanto si potrebbe contare anche Schindler’s List nel 1993 (nel quale ci sono alcuni tocchi di colore).
L’appartamento è anche il primo film vincitore dell’Oscar per il Miglior Film a citare vincitori precedenti: il personaggio di Jack Lemmon cerca di guardare Grand Hotel (1932) in televisione, ma viene interrotto dalle pubblicità, mentre il suo capo parla di un “fine settimana perduto”, chiaro riferimento al precedente film vincitore dell’Oscar di Wilder, The Lost Weekend – Giorni perduti.
Infine la scena della festa di Natale in ufficio fu effettivamente girata il 23 dicembre 1959, in modo che tutti fossero già in pieno spirito natalizio, tanto che il regista girò quasi tutta la scena al primo ciak.