L’ultimo film diretto da Siew Hua Yeo, cineasta singaporiano, rappresenta un po’ il sogno bagnato di ogni cinefilo, dato che è interamente basato su una delle parafilie più comuni per gli amanti del cinema: l’atto del vedere e dello spiare, il voyerismo, il regime del controllo visivo.
Il racconto segue la scomparsa di una bambina, i cui genitori, una giovane coppia benestante in crisi, con madre del marito a carico, iniziano a ricevere in forma anonima dei video: i filmati riproducono alcuni momento della loro vita, privata e i sospetti convergono velocemente su un vicino di casa.
Ma la vicenda, all’apparenza di stampo thriller ma man mano sempre più sentimentale, prenderà una serie di pieghe parecchio contorte. Hitchcock, ma anche il suo epigono postmoderno Brian De Palma, e un impianto metaforico tipico del compianto Kim Ki-duk: questi i modelli di Stranger Eyes, che si presenta come una riflessione sul mondo moderno e sulle relazioni interpersonali, in un momento storico in cui queste sono praticamente sempre mediate da un filtro tecnologico.
Il film ha un andamento decisamente diseguale, con alcune “piste” narrative che si svelano essere depistaggi, e un ritmo forse più contemplativo del necessario, soprattutto quando la narrazione deve ancora ingranare (nel finale, più sentimentale e che apre a un altro personaggio, questa lentezza è invece appropriata). Ma è la regia a tenere avvinti, con una serie di scelte che prediligono l’ambiguità della narrazione nonché sequenze decisamente eleganti in termini di movimenti di macchina e fotografia.
Insomma, il film, nonostante trama e suggestioni metaforiche non siano sempre semplici da seguire, non manca un discreto fascino. Infatti l’opera si e ci chiede quali siano i limiti e il significato dello sguardo di uno stato sui suoi cittadini, dove inizi l’esigenza di sicurezza e dove il controllo, ma anche quanto possiamo imporre il nostro sguardo sugli altri, che è sempre un momento trasformativo, nonché quanto sia sinonimo di cura e amore
🎬 STRANGER EYES
🎥 diretto da Siew Hua Yeo
🦁 in concorso al Festival di Venezia 81