Ci risiamo, torna Castlevania! Purtroppo non torna Warren Ellis, e si sente. Stabilizzato il passaggio di consegne forzato, la serie dark fantasy riprende le fila di una prima stagione sottotono, oltremodo preparatoria, ricevendo un po’ di linfa vitale dall’arrivo di Alucard, già co-protagonista della precedente iterazione. Riprende quindi la lotta dei buoni – famiglia Belmont e variopinta compagnia – contro i vampiri, resi più potenti della trasformazione di Erzsbet e di Drolta.
Gli schieramenti mutano internamente ma il conflitto semplicemente alza la posta con l’entrata in campo di nuovi poteri, dei, prove iniziatiche. Niente di nuovo sotto il sole, se non un miglioramento nella caratterizzazione dei personaggi e nelle scene di lotta, alcune delle quali davvero ipercinetiche e inventive.
Permane la delusione invece per una (fin troppo vasta) serie di personaggi poco più che abbozzati, incapaci di andare oltre il tropo cui aderiscono. Non poteva essere altrimenti, in 8 episodi si affrontano una marea di temi appena lambiti da una sceneggiatura traballante: la Rivoluzione francese (poco più che uno sfondo) e la tragedia della storia che si ripete; cosa rende umano un mostro; questioni razziali; mitologia haitiana ed egiziana; scontri generazionali politici e non solo; l’ambivalenza storica della Chiesa; i dilemmi morali di un prete guerriero innamorato di un vampiro (decisamente la sottotrama più interessante, totalmente sprecata).
Se non mancano gli spunti, quindi, siamo lontani dalle vette della prima serie. Ci troviamo nuovamente di fronte a un intrattenimento più che valido tecnicamente ma senz’anima, che non offre molto a livello di profondità, sacrificando la riflessione sull’altare di una rappresentatività superficiale. Forse l’unico vero motivo per esultare è che Nocturne indica piuttosto chiaramente che la prossima eventuale serie/stagione (che speriamo possa avere miglior sorte) sarà dedicata al capolavoro videoludico Symphony of the Night.
🎬 CASTLEVANIA: NOCTURNE
🎥 diretto da Sam & Adam Deats