Danny Boyle torna al cinema dopo 6 anni dal suo ultimo film Yesterday, e lo fa con il sequel di 28 giorni dopo e 28 settimane dopo.
28 Anni dopo rivoluziona l’idea dietro il franchise, dato che si tratta della partenza di una nuova trilogia già in produzione. Anticipiamo che il film ci è piaciuto, essendo rimasti piacevolmente meravigliati dalle idee che il regista ha voluto inserire nella nuova opera, ambientata quasi 3 decenni dopo l’ultimo film.
Danny Boyle, grazie allo sceneggiatore Alex Garland, porta sullo schermo nuovi temi come l’isolamento della società britannica, a seguito di quanto accaduto con la Brexit; oppure quello del tempo, declinato nella necessità di vivere con i tempi giusti, godersi quindi l’adolescenza, poi la maturità ed infine la vecchiaia; non manca il tema della morte, il “memento mori”, ricordarsi costantemente che si deve morire, che però si evolve in un “memento amoris”, ricordare l’amore.
E questo tema per un film horror è qualcosa di strano e inaspettato. La scena più toccante infatti è proprio quella in cui il protagonista, un bambino di 12 anni, affronta un lutto, ma riesce grazie agli insegnamenti appresi durante la sua avventura a tirare dritto e a raccogliere da questa perdita il meglio.
Ma veniamo agli attori: Ralph Fiennes che compare per poco più di 30 minuti, racchiude in sé tutta l’umanità, la parte buona che ne rimane dopo un’epidemia che ha dato al virus il nome di “Virus della rabbia”. Il personaggio di Fiennes è un sopravvissuto che nonostante tutto, decide di dare la giusta sepoltura ai cadaveri, siano essi zombie o umani…perché? Perché è giusto così.
Aaron Taylor-Johnson e Jodie Comer, dal canto loro, creano una famiglia disfunzionale, essendo questa un altro elemento che torna nella saga dei “28”, e i due danno prova di riuscire a creare qualcosa di nuovo nel genere horror.
Il film approda nelle sale dopo essere stato realizzato con nuove tecnologie come ad esempio iPhone e diversi tipi di macchine da presa, droni compresi, leggerissime e sempre più vicine ai personaggi. La resa è qualcosa di indescrivibile, si percepisce una pasta nitida, anche nei primissimi piani catturati dal telefono.
Insomma 28 anni dopo è un film a suo modo innovativo, che guarda al passato ma allo stesso tempo parla di attualità, lanciando uno sguardo anche al futuro. Proprio per questo non vediamo l’ora di scoprire cosa si inventerà Boyle per i successivi capitoli.
🎬 28 ANNI DOPO
🏷 in sala dal 18 giugno con Eagle Pictures
🎥 diretto da Danny Boyle