Sesto o ottavo capitolo del franchise nato nel 1987, questo Killer of Killers è la primissima versione animata dedicata alla celebre razza dei cacciatori alieni, i Predator per l’appunto.
Affidato registicamente a Dan Trachtenberg, solido mestierante che con Prey aveva ridato un po’ di respiro a un franchise dal fiato cortissimo, il film non fa che esaudire un desiderio che qualunque fan con un po’ di buonsenso aveva richiesto da tempo: fateci vedere i Predator affrontare avversari umani in diverse epoche storiche e nessuno si farà male.
E l’opera, realizzata con sapienza tecnica – per quanto non manchino scivoloni e incertezze – tramite il motore grafico videoludico dell’Unreal Engine, è veramente plateale nella sua natura di intrattenimento purissimo senza ulteriori gradi di lettura.
Divisa in 3 parti più un finale collettivo, racconta tre scontri umani-alieni con gran parsimonia di parole e un buon gusto per le coreografie dei combattimenti, eleganti, precise, leggibili e cinetiche il giusto, ambientandoli appunto in uno scenario vichingo, di feudalesimo nipponico e di 1° guerra mondiale versante americano.
Due storie di vendetta e una di…boh (il terzo spezzone è decisamente il peggiore) messe in scena con sufficiente attenzione al contesto, sceneggiate probabilmente su un post-it, ma indubbiamente soddisfacenti nella loro azione iper-violenta.
Il finale, in cui i protagonisti si riuniscono, è molto più debole di quel che si crederebbe, nonostante le premesse, lasciando aperte le porte a un inevitabile sequel che però si porta dietro la domande delle domande: qual è il senso di questo prodotto svelto svelto, sicuramente ben fatto ma dimenticabile in un paio di secondi, e cosa ci dovrebbe importare di un non-personaggio, il Predator, il cui pregio principale è sempre stato il misterioso l’orgoglio del guerriero che lo caratterizzava?
🎬 PREDATOR: KILLER OF KILLERS
🏷 in sala dal 6 giugno con Disney+
🎥 diretto da Dan Trachtenberg e Joshua Wassung