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Senza sangue: recensione

senza sangue recensione

Nel 2017 Alessandro Baricco annuncia sui social che Angelina Jolie ha appena acquistato i diritti di “Senza sangue”, suo romanzo di 96 pagine del 2002, già diventato un fumetto. L’intenzione all’epoca è chiara: trasporlo in film che l’attrice americana avrebbe prodotto e probabilmente diretto.

Quel progetto prende vita 7 anni dopo e ci porterà a scoprire la storia di Nina, la figlia di sette anni di un medico, che una mattina è costretta a “sentire” l’omicidio del padre e del fratello adolescente. Sentire, perché la piccola era stata nascosta in una botola. Tito, un ragazzo che accompagna la spedizione punitiva, la scova ma decide di non parlare per salvarle la vita.

Gli altri due sicari però incendiano la casa e Tito vive tutta la sua vita dilaniato dal senso di colpa di averla uccisa, finché un giorno, Nina, ormai sessantenne, non si presenta all’edicola dell’uomo per invitarlo a pranzo, probabilmente con l’intento di terminare la sua lenta vendetta. Lì i due si raccontano il passato, tra realtà, verità nascoste, storie artefatte e il confronto tra due ideali differenti sulla guerra. Quando è giusta? E quanto davvero serve?

È proprio questo tema il sangue pulsante di questo film che, sebbene ambientato a metà del secolo scorso, è quanto mai attuale. Perché al posto di Nina e Tito potrebbero esserci un palestinese di fronte ad un israeliano, o un ucraino di fronte ad un russo, e discuterebbero per ore su chi conosce davvero i fatti, non quelli manipolati dai media, o non ne conosce di parziali che lo allontanano dalla verità.

Un confronto antico quanto l’essere umano e quindi quanto la guerra, campo minato dall’impossibilità di avere ragione, di risalire alla causa originaria o di dire chi sia il carnefice e chi la vittima, chi il giusto e chi l’empio.

La Jolie gestisce con sicurezza la camera. La prima parte – che nel romanzo si intitola parte “uno” – ricorda l’apertura di “Bastardi senza gloria”. La seconda, invece, è ambientata quasi esclusivamente attorno al tavolo del ristorante dove Salma Hayek e Demián Bichir reggono la scena con grande fascino.

Ma l’azzardo di affrontare il film interamente sul confronto verbale intervallato da flashback muti, si sente e fa scricchiolare il tutto. Tuttavia le scelte stilistiche della Jolie sono interessanti e intelligenti, come l’utilizzo di una profondità di campo quasi inesistente e i continui cambi di fuoco che confondono i personaggi, tra loro e con lo sfondo. Nulla rimane chiaro e definito a lungo, nulla può dirsi davvero a fuoco o sfocato, in un flusso continuo di incertezza, visiva e narrativa.

Esattamente come con la guerra. Qualunque essa sia, di qualunque epoca e regione.

🩸 SENZA SANGUE
🎥 diretto da Angelina Jolie
🎬 in sala dal 10 aprile con Vision Distribution

Autore

  • Sirio

    Nato in vitro dall'unione del seme di Edoardo Leo (per la bellezza) e di Martin Scorsese (sempre per somiglianza fisica, non per la bravura), all'età di 11 anni si offre di documentare la Prima Comunione della cugina e scopre solo alla fine che il tasto rec della telecamera non andava tenuto premuto e rilasciato solo alla fine. Risultato? Tutte scene di pavimenti e piedi e l'epifania di essere portato per la regia. Lauree, Master, Scuole di Regia, numero indefinito di produzioni, poi spot più seri e poi altri ancora più seri, lavora con Gabriele Muccino (di cui è nominativamente il pezzotto) e con Francesco Bruni. Vince 2 Nastri d'Argento (ma lui voleva quelli d'oro e quindi ci rimane male), un premio teatrale e pubblica una raccolta di racconti, prima di collaborare con la redazione cinematografica più figa del Paese. Ma tuttora la fatica più grande è quella di convincere la nonna che "sono un Creativo" non è "sono un Cretino" e che è un lavoro. Un lavoro vero

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Data pubblicazione: 04/10/2025
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