In occasione dell’uscita nelle sale di Queer recuperiamo uno dei film più discussi di Luca Guadagnino, ovvero Suspiria, remake del cult di Dario Argento. Il regista lo ha sempre definito un omaggio all’opera originale, affermando che ogni suo progetto “mi fa compiere un passo nei miei sogni da teenager e Suspiria è il sogno megalomane più straordinariamente preciso che avrei potuto avere”.
Argento non rimase propriamente soddisfatto, commentando: “È un film diverso dal mio, fatto con un altro spirito, con la grazia di Guadagnino, che sa raccontare storie con finezza. Non è la stessa cosa. Il mio aveva una ferocia e una grinta che il remake non ha“.
Nel cast compare Tilda Swinton in 3 ruoli diversi: Madame Blanc, Helena Markos e il dottor Josef Klemperer, quest’ultimo accreditato a un inesistente attore tedesco di nome Lutz Ebersdorf. Per mantenere il segreto è stato persino creato un falso profilo su IMDb, ingannando sia il pubblico che la troupe.
Le riprese principali si sono svolte in un hotel abbandonato a Varese, il Grand Hotel Campo dei Fiori costruito alla fine del XIX secolo in stile Art Nouveau, poi trasformato dagli scenografi in stile Art Deco, riflettendo l’architettura modernista tedesca degli anni ’30. L’atmosfera decadente e isolata del luogo ha fatto sì che alcuni membri del cast abbiano riferito di aver percepito presenze inquietanti.
Il direttore della fotografia ha girato su pellicola Kodak Vision3 500T 5219, spingendola a 1000 ISO quando necessario, conferendo al film una grana organica e una profondità cromatica che riflettono l’estetica del cinema tedesco degli anni ’70. Inoltre per mantenere l’autenticità del periodo, sono stati evitati strumenti moderni come Steadicam e grandi gru. Invece, sono stati utilizzati dolly e jib tradizionali, con soluzioni come un sistema di carrucole per seguire i movimenti dei personaggi lungo le scale.
La costumista Giulia Piersanti ha creato abiti ispirati alla moda tedesca dell’epoca, adottando materiali insoliti come capelli umani, cosa che ha contribuito a rafforzare l’atmosfera disturbante del film.