In attesa dell’uscita della nostra intervista ad Antonietta De Lillo, candidata ai David di Donatello per il suo documentario L’occhio della gallina, ricordiamo uno dei film che più l’hanno fatta conoscere al grande pubblico – e la cui vicenda giudiziaria è al centro della sua opera più recente.
Uscito nel 2004, basato sull’omonimo romanzo di Enzo Striano, racconta la storia della nobildonna portoghese Eleonora Pimentel Fonseca nel contesto della rivoluzione napoletana del 1799, provocata da quella francese.
Le riprese si sono svolte in diverse location storiche della città, con l’obiettivo di rappresentare fedelmente l’epoca della rivoluzione napoletana del 1799: a Napoli si è girato presso Castel Sant’Elmo – per rappresentare la fortezza conquistata dai rivoluzionari; Palazzo Doria d’Angri – il palazzo occupato dagli ufficiali francesi; Palazzo Carafa di Maddaloni – al centro delle sequenze più oniriche; la Reggia di Caserta, usata per rappresentare la corte di Re Ferdinando IV; e a Bacoli la Piscina Mirabilis, antica cisterna romana, è stata trasformata in un carcere. simboleggiando la discesa agli inferi della protagonista
Scenografia e costumi sono stati curati da Beatrice Scarpato e Daniela Ciancio: quest’ultima ha vinto proprio un David per il suo lavoro.
Per il ruolo della protagonista fu scelta Maria de Medeiros, attrice portoghese che i più forse ricorderanno in Pulp Fiction nel ruolo di Fabienne, fidanzata di Butch (Bruce Willis).
Presentato tra grandi lodi alla Mostra di Venezia nel 2004, il film uscì in sala in sole 20 copie e senza pubblicità, nonostante l’accordo con Cinecittà e Istituto Luce prevedesse il doppio degli schermi. La regista citò per cattiva distribuzione la produzione, i distributori, che a sua volta la citarono per diffamazione per 250mila euro, un iter giudiziario che si sarebbe risolto solo 10 anni dopo. Per vedere l’intervista completa continuate a seguirci!