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Scissione – 2° stagione: recensione

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La 2° stagione di Scissione ci ha dato più risposte che in passato, ma è proprio nelle nuove domande che si nasconde la sua forza. La serie continua a esplorare la scissione non solo come processo mentale, ma come riflessione sulla natura dell’esistenza: se potessimo essere un altro da noi, chi saremmo davvero?

Con il suo ritmo misurato e la sua attenzione maniacale ai dettagli, Scissione si conferma come una delle opere più affascinanti e inquietanti della TV contemporanea. È una critica al mondo del lavoro, alla società dell’efficienza, ma anche un’indagine sulla coscienza e sull’identità.

In un panorama televisivo dominato dalla velocità e dall’urgenza di sorprendere, questa serie ha scelto un’altra strada: costruire il proprio universo con un ritmo che sembra dilatato, ma che in realtà lavora costantemente per intrecciare fili invisibili, spingendoci a riflettere anche quando sembra non accadere nulla.

La regia di Ben Stiller è una scommessa rischiosa che si rivela vincente grazie al lavoro in sottrazione degli attori, come i protagonisti Adam Scott e Britt Lower ma non da meno John Turturro e Christopher Walken che si rivelano le vere sorprese, donando allo spettatore molto più con sguardi e parole non dette a voce

Ora che questa stagione è finita, la domanda è: abbiamo bisogno di un’altra per capire tutto, o il suo enigma è destinato a rimanere irrisolto? La quarta stagione in ogni caso è confermata ma intanto questo finale continuerà a lavorarci dentroe per chi vuole c’è molto da approfondire.

“La realtà d’oggi è destinata a scoprire l’illusione domani.” – Pirandello

a cura di Federica Guzzon

Autore

  • Federica Guzzon

    Scrivo, parlo, penso e vivo di cinema da anni, con una predilezione per l’animazione (soprattutto se firmata Laika), le storie grottesche e le inquadrature che spiazzano. Cambio colore di capelli ogni mese — technicolor permanente — ma non idea su cosa cerco in un film: stupore, regia che osa, montaggio che taglia dove non ti aspetti. I musical allegri mi fanno paura, le commedie troppo romantiche anche. L’amore è un’altra cosa, spesso queer, mai lineare. Vivo per le interviste: ogni ospite è un DLC narrativo da scoprire. Mi muovo tra comunicazione, promozione e critica, sempre con lo stesso obiettivo: raccontare storie, anche quando si mimetizzano tra le righe. Prendersi troppo sul serio? No grazie. Prendere sul serio il cinema? Sempre.

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Data pubblicazione: 03/24/2025
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Tag

adam scottben stillerChristopher WalkenJohn Turturro

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