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La vita da grandi: recensione

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“Un film che vi renderà felici”. La frase con cui gli autori di La Vita da Grandi descrivono la loro opera non potrebbe essere più azzeccata.

L’esordio alla regia di Greta Scarano regala infatti una storia genuina, dolce e commovente. Lo spettatore segue le vicende di Irene, una giovane ragazza di Roma che è costretta a tornare a casa per occuparsi per una settimana di suo fratello Omar, una persona con autismo.

Questa, però, è una storia che non parla di autismo, ma del rapporto fra due fratelli, di cui uno, fra le tante cose, è anche una persona autistica.

È questa la vera forza del film: mostrare una neurodivergenza per quella che è, senza sminuirla, compatirla o schernirla. Non solo: ci si ride su, in maniera genuina e rispettosa, con l’ironia tipica del rapporto tra due fratelli.

L’enorme lavoro di informazione e consulenza dietro al film si nota in ogni momento. È importante sottolineare, infatti, come ci sia stato un coinvolgimento diretto dei fratelli Damiano e Margherita Tercon, autori del libro autobiografico da cui è tratto il film. Anche la scelta di assegnare il ruolo di Omar a Yuri Tuci rientra in questa cura.

Un aspetto fondamentale è sicuramente il punto di vista scelto. La protagonista, infatti, è Irene ed è tramite il suo sguardo che viviamo sullo schermo l’evoluzione di Omar. Non solo questo aiuta a entrare nella quotidianità, nel rapporto fra i due fratelli, ma permette di dare un focus abbastanza inedito.

Irene, infatti, è una sibling: come sorella di una persona con una neurodivergenza, ha interiorizzato il dramma di sentirsi invisibile nella sua stessa famiglia. Non è solo Omar quindi a dover imparare a “diventare grande”, ma è anche Irene che deve fare i conti con le sue di ferite.

In questo senso, brillante sono le interpretazioni di Matilda De Angelis e Yuri Tuci, che con la loro chimica riescono a restituire un rapporto estremamente realistico.

Affrettatevi a vedere questa piccola gemma: non c’è regalo migliore che ci si possa dare per celebrare la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo.

a cura di Fabio Perrone

Autore

  • Fabio Perrone

    Fabio Perrone nasce in Germania, cresce a Reggio Emilia e vive a Roma: avrà finito di spostarsi verso sud? A sei anni guarda per la prima volta Avatar: The Last Airbender che segna l’inizio della sua ossessione per le serie tv e l’animazione.   Questa fissa lo porta a laurearsi in Arti e Scienze dello spettacolo alla Sapienza, per poi decidere di inseguire il suo sogno di diventare uno sceneggiatore. Frequenta quindi la Scuola Leo Benvenuti e poi il Corso Executive di Scrittura per l’Animazione Internazionale della Civica Luchino Visconti.   Nel suo tempo libero scrive progetti di serie tv e film firmandosi con il cognome di sua madre, Velardi, che lo portano a partecipare a diversi pitch contest in giro per l’Italia.   I suoi padri spirituali sono Lynch, Anno e Scola ed è convinto che, se un giorno riuscisse a scrivere qualcosa di anche vagamente simile alla penna di Phoebe Waller-Bridge potrebbe morire felice.

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Data pubblicazione: 04/03/2025
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