DREAMS
diretto da Dag Johan Haugerud
Primo capitolo di una trilogia dedicata alle relazioni, passata per i principali festival europei, Dreams arriva in sala dopo l’Orso d’oro ottenuto a Berlino. È un’idea di cinema tanto vintage nella forma quanto contemporanea nei temi, quella proposta dal regista Haugerud, il quale si ispira direttamente al magistero di Rohmer – lunghi e fluidi dialoghi, una regia invisibile ma elegante – adattandola a una sensibilità moderna.
In particolare Dreams si concentra sulla nascita del primo innamoramento nella 17enne Johanne per la sua insegnante, e di come questa relazione dal finale segnato venga rielaborata creativamente ed emotivamente tramite la scrittura. Successivamente il manoscritto, letto sia dalla madre che dalla nonna, le porterà a interrogarsi sulla veridicità del testo e su quanto sia effettivamente accaduto.
L’impressione lasciata da Dreams è quella di trovarsi di fronte a un romanzo filmato, non soltanto per la presenza importante della voce narrante della protagonista, ma anche per il ruolo fondamentale che hanno le parole: è sopratutto tramite queste, e il loro legame con le immagini, che Haugerud rende palpabile lo stordimento e il rapimento amoroso tipico dell’adolescenza.
Dreams però non è un coming of age usuale, dato che la meta-riflessione rappresentata dal secondo livello di lettura del romanzo (la relazione viene sempre e solo narrata e mai vissuta) lo rende un saggio su come il ricordo e la sua rielaborazione, persino inaffidabile, rendano ancora più vivido, e quindi lacerante in absentia, il sentimento amoroso.
Il film infatti gioca abilmente con i punti di vista – quelli famigliari, di uno psicologo e di altri ancora – andando a comporre un mosaico complesso e contraddittorio dei fatti. Il tutto con uno stile leggero, delicato e impalpabile, quasi brioso nonostante i patimenti di Johanne, con una cura fotografica particolare dedicata al nido in cui si “consuma” la relazione e alla città di Oslo. Insomma, un grande piccolo film che nel richiedere pazienza restituisce una grande emozione.