WIN OR LOSE
creata, scritta e diretta da Carrie Hobson e Michael Yates
Dopo svariati segni di cedimento strutturale e di calo dell’ispirazione, la Pixar sembra riprendersi il posto che merita nel mondo dell’animazione mondiale con Win or Lose, ambiziosissima serie tv in 8 episodi dalla breve durata (25 minuti circa) e dalla struttura inusuale.
Ogni puntata infatti racconta le vicende di un personaggio differente, adottandone il punto di vista, sempre avendo al centro la squadra mista di softball di una scuola media, i Pickles, con un arco temporale della settimana che precede la partita finale del campionato.
Win or Lose si rivolge in modo molto abile sia a un pubblico di giovanissimi, sia a spettatori più maturi e smaliziati, grazie a una stratificazione di temi e relative metafore visive: ogni episodio infatti presenta un piccolo arco narrativo che illustra una problematica/emozione del personaggio, in modo leggero, divertente ma efficace, non privo di sottigliezze e senza smussare le asperità. Si va dall’ansia di prestazione all’isolamento, passando per depressione, senso di inadeguatezza, fuga dalla realtà e così via.
Scegliendo vari ruoli e anagrafiche (studenti, genitori, professori) la serie dipinge un affresco della contemporaneità molto accurato, in grado di raccontare con acume i tempi che viviamo, anche grazie a una colonna sonora freschissima – si direbbe uscita dall’ultima playlist in onda – e alla solita certosina attenzione al character design e alla recitazione dei personaggi, le cui storie si intrecciano e di cui capiamo spesso le motivazioni solo attraverso il ribaltamento della prospettiva operato dal cambio di episodio.
Inutile specificare come l’apparato tecnico sia di altissimo livello, con una qualità tattile delle texture incredibile, un ottimo lavoro di scenografia e una gestione delle luci magistrale in grado di creare immediatamente differenti atmosfere.