In occasione dell’uscita di Wolf Man nelle sale sveliamo qualche segreto di un classico del cinema di licantropi. Il film firmato da John Landis nacque da un’idea avuta durante il viaggio da Belgrado a Novi Sad, quando il regista assiste a un funerale zingaro con il corpo cosparso di rosari e trecce d’aglio.
Landis quindi pensò che sarebbe stata una buona idea per un film horror ambientare in epoca moderna temi antichi. La Universal chiese che fossero scelti Dan Aykroyd come David e John Belushi come Jack, ma Landis rifiutò, preferendo avere degli attori sconosciuti, per quanto i finanziatori pensavano che la sceneggiatore fosse troppo spaventosa come commedia e divertente per un horror.
Per la prima volta in 15 un film ottenne i permessi per girare una scena a Piccadilly Circus, dato che la polizia rimase impressionata da The Blues Brothers. Inoltre nei titoli di coda del film vennero inserite le congratulazioni a Diana e al Principe del Galles per le loro nozze, dato che il film fu girato durante i preparativi della cerimonia.
L’aspetto finale del lupo mannaro venne basato sul cane dello specialista Rick Baker, che voleva un lupo bipede, mentre Landis preferiva un animale a 4 zampe. Le scene clou non mostrano mai le zampe posteriori perché il costume del licantropo era su una sorta di struttura a carriola: un operatore si sdraiava sulla piattaforma e con le braccia poteva spingere in avanti la creatura.
Per la trasformazione furono creati vari teste e arti, ma la sequenza richiese una settimana di riprese, lavorando a ritroso con la crescita dei peli: prima furono applicati, e poi Baker ne tagliava un po’ per segnare la progressione e in alcune parti la parte inferiore era fissata sotto il pavimento, con gambe finte montate sopra.