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L’étranger – The Stranger: recensione

l'etranger - the stranger recensione

“Ho ucciso un arabo”. Poche secchissime parole quelle pronunciate da Meursault, il protagonista de L’étranger – Lo straniero, storico e capitale romanzo di Camus, con il quale, in un pugno di pagine, lo scrittore esprimeva compiutamente la propria filosofia dell’assurdo. Sono anche le prime parole pronunciate dall’analogo personaggio nell’omonimo adattamento di François Ozon, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025.

E in questa fedeltà assoluta si riscontrano tutti i punti di forza e i limiti di un film che si presenta senza troppi dubbi come l’illustrazione di un testo capitale. La domanda è così immediata: quanto ha senso rispettare così alla lettera un’opera di tale qualità, senza stravolgimenti né adattamenti, quando il senso della stessa è già così perfettamente enucleato da un’opera chiusa in se stessa e dallo stile limpido, nitido, su cui persino Sartre ebbe a scriverne?

Uno stile che Ozon in effetti fa di tutto per riprodurre cinematograficamente, a partire dal nitido e abbacinante bianco e nero, in cui prevale il primo di un’Algeria assolata sino allo sfinimento; proseguendo per la recitazione distaccata del protagonista e finendo con la scelta di inquadrature quanto più oggettive possibili che riproducano il vuoto dell’anima di Meursault. Ciò che forse aggiunge il regista francese è un più pronunciato aspetto anti-colonialista, tanto giusto quanto facile, soprattutto nell’attenzione dedicata sia narrativamente alla sorella della vittima che agli stessi “indigeni” (come vengono chiamati), sorta di contraltare visivo, muto eppure immediato, ai “civilizzati” francesi.

Per chi non conoscesse la trama ecco qualche rapido accenno: Meursault è un funzionario come tanti di stanza ad Algeri, le cui giornate si caratterizzano per la totale assenza di stimoli ed emozioni. Non che lui ne cerchi, anzi, la sua direttrice esistenziale è quella della totale indifferenza, della lontananza etica e morale di fronte a ogni avvenimento, anche quelli che lo coinvolgono. Non a caso il film si apre con la notizia della morte della madre, alla quale Meursault risponde con efficienza e nessun coinvolgimento, lo stesso distacco dimostrato durante il funerale. Neanche l’incontro con una donna che diventerà la sua fidanzata (“Mi ami?” – “Non so, non significa niente. Forse no”) provocherà rivolgimenti nel suo animo. Almeno fino a un incontro fatidico sulla spiaggia con un ragazzo arabo… o forse neanche allora?

L’étranger a firma Ozon si situa dunque a metà tra il suo Franz – per quanto riguarda gli aspetti tecnici – e Giovane e bella – nel partito preso narrativo di non rendere mai note le motivazioni del suo protagonista. C’è un però: se il personaggio di Marine Vacht era avvolto da un mistero seducente risultava comunque avvicinabile, al contrario di Meursault, che rappresenta davvero un buco nero, un vuoto impossibile da colmare.

Una dimensione inattingibile, che sbaglieremmo dolorosamente a etichettare come “moderna, contemporanea” o altre simili amenità, che purtroppo nella seconda parte – pena qualche intervento onirico e qualche parola di troppo durante il processo – si fa più prosaica, guadagnandone in chiarezza ma perdendo in fascino. Lo stesso sentimento altalenante provate nei confronti delle musiche, composte dalla musicista Fatima Al Qadiri, che mischiano tonalità orientali e cadenza elettronica.

Ma in definitiva L’étranger si può considerare un buon adattamento? E un buon film? Alla prima domanda si rischia di rispondere con la stessa ignavia esistenziale di Meursault… è un’opera infatti che si adagia sull’illustrazione, non tradisce il libro se non raramente, lo capisce ma forse non fino in fondo; eppure fossero tutte così curate, attente ai dettagli, eleganti e potenti, queste illustrazioni cinematografiche…

Autore

  • Alessio Cappuccio

    Alessio Cappuccio si è laureato in Letteratura Moderna presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sulla trilogia dei colori di Krzysztof Kieslowski.

    Nel frattempo ha iniziato a scrivere sul portale di informazione web Blogosfere nella sezione spettacoli, per cui è stato anche inviato durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma.

    Nel corso della sua carriera ha lavorato e collaborato con una serie di realtà editoriali come Leonardo.it, Triboo, Studentville, ScuolaZoo, Milano e Roma Weekend, Londra da vivere spaziando dalla politica al tempo libero, la scuola, le nuove tecnologie, con un occhio di riguardo al cinema, sua vera passione.

    Dopo un Master in Critica Giornalistica presso l'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, e una parentesi da videomaker, si è trasferito in pianta stabile a Roma, dove co-dirige Popcorn&Podcast, il più grande e autorevole podcast di cinema dell'universo.

    In genere non parla di sé in terza persona.

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Data pubblicazione: 09/03/2025
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Festival di VeneziaFrancois Ozon

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